Rappresenta il gold standard nella terapia medica della litiasi (calcolosi ) renale, dato che inibisce la calcolosi calcica (sia ossalatica che fosfatica) , legandosi al calcio ed abbassandone la concentrazione nelle urine (diminuitine della saturazione).
Il suo utilizzo nel trattamento della prostatite cronica ha un razionale biochimico-tessutale. Difatti nella prostatite cronica la maggior parte dei chemioantibiotici non riesce a concentrasrsi nel tessuto prostatico e nel liquido prostatico sia in ragione di un ph troppo acido (6,4) della secrezione prostatica, sia per le alterazioni che la flogosi cronica induce a livello dell'acino prostatico che finisce per rappresentare un ostacolo alla diffusione dell'antibiotico.
Nel caso della prostatite cronica l'alcalinizzazione del secreto prostatico ottenuta dai citrati , favorirebbe la diffusione dell'antibiotico nell'acino prostatico.
Sempre nella prostatite cronica lo si può utilizzare come Terapia antiurica (abbassamento dell'acido urico ) difatti si sta dimostrando la sua utilità assieme all'impiego di molecole (Allopurinolo) che tengano in soluzione l'acido urico normalmente presente nelle urine , ma che la retrodiffusione intraprostatica tende a far depositare in forma di sali di calcio, favorendo la formazioni di calcificazioni intraprostatiche.
Inibisce le varie fasi di formazione del calcolo cioè quella di nucleazione, cioè di formazione del nucleo, e quella di aggregazione , cioè di crescita del calcolo per progressiva apposizione di ossalato e di calcio o di fosfato di calcio.
Ritarda la aggregazione della struvite, cioè la calcolosi infetta (cioè quella che porta ai calcoli di triplo-fosfato-ammonio magnesiaco)
Aumentando il ph delle urine tra 6 – 7 controlla la calcolosi uratica.
Aumentando il ph oltre 7 controlla la calcolosi cistinica.
Migliora la clearance dei frammenti residui dopo ESWL .
I citrati quindi sono elementi capaci di inibire la cristallizzazione , crescita e l’aggregazione dei Sali disciolti nella urina . La loro somministrazione aggiuntiva periodica ne aumenta la escrezione e la concentrazione urinaria.
Tra i vari inibitori, assieme al pirofosfato, i glicosoaminoglicani, la proteina di Tamm-Horsfall, ed altre , il citrato ( di potassio e di magnesio) è ritenuto di particolare importanza perché:
Aumenta il ph delle urine controllando la calcolosi uratica ( a tale ph (basico) la maggior parte dell’acido urico si trova in forma dissociata e quindi più solubile.)
Si lega al calcio abbassandone la concentrazione riducendo la saturazione urinaria per i Sali di calcio.
Inibisce direttamente la enucleazione dell’ossalato di calcio
Ritarda la cristallizzazione della struvite.
Aumenta la solubilità della cistina
Effetti del citrato sulla formazione di calcoli (litogenesi)
Riduce la presenza in eccesso (sovrassaturazione ) dell’ossalato di calcio e del fosfato di calcio complessando il calcio.
Impedisce la nucleazione (aggregazione primitiva) dell’ossalato di calcio indotta dall’acido urico
Inibisce la progressiva apposizione di ossalato di calcio sulla matrice primitiva (inibisce cioè l’aggregazione di ulteriori Sali e la crescita del calcolo)
Aumenta la solubilità dell’acido urico e della cistina
Ritarda l’aggregazione dei calcoli di struvite, che sono calcoli infettivi (detti anche di triplo fosfato ammonio magnesiaco)
Ci sono numerosi studi che indicano come i citrati , (di potassio e di magnesio) dimostrino che esso sia basso nei pazienti con nefrolitiasi (calcolosi della via reno ureterale).
Nella maggior parte degli studi si definisce ipocitraturia l’escrezione urinaria di citrato inferiore a 320 mg /24 ore (valori medi sono 320-1260 mg /24 ore). Può essere una situazione isolata ma anche associata ad altre alterazioni metaboliche.
Altri studi dimostrano come i citrati possono essere influenzati dalle abitudini alimentari. Una dieta ricca di proteine alimentari, ricca di cloruro di sodio , cioè il sale da cucina, un ridotto apporto di potassio, DIMINUISCONO i citrati nelle urine per effetto dell’aumento della escrezione di acidi urinari. Condizione detta di IPOCITRATURIA.
Alimenti invece ad alto contenuto di citrati (succo di limone o di arancia) possono aumentare l’escrezione urinaria di citrati e vengono suggeriti come terapia alternativa ai pazienti intolleranti ai Sali di citrato.
Principali cause di ipocitraturia (riduzione dei citrati nelle urine)
Dietetica
Aumentato apporto di proteine, di sale da cucina (cloruro di sodio, nacl)
Diminuizione di apporto di potassio o di alcali
Digiuno prolungato
Infezione urinaria
Esercizio fisico prolungato
Farmaci
Come i diuretici tiazidici o l’acido etacrinico
Intestinali
Come conseguenza di resezioni intestinali
Sindromi da maleassorbimento
Morbo di Crohn
Rettocolite ulcerosa
Renali
Insufficienza renale cronica
Riduzione del citrato idiomatica
Acidosi tubulare distale
DOSAGGI
Nel trattamento della prostatite cronica,cosi come per la litiasi, la bibliografia principale riporta che per il trattamento alcalinizzante si necessitano di circa 30 – 60 mEq (milliequivalenti di citrati al giorno in due –tre dosi giornaliere). Tali dosaggi corrispondono circa a quattro grammi di citrati al giorno. Due bustine dei principali citrati di Potassio e di Magnesio al giorno. Citrofil bustine 1 bustina ogni 12 ore per la durata del trattamento antibiotico.
La assunzione è ben tollerata specie se avviene a stomaco pieno.
Se il paziente ha già delle patologie gastrointestinali si possono manifestare , diarrea nausea e vomito che recedono con la sospensione della assunzione.
EFFETTI COLLATERALI
Iperpotassiemia. Il citrato non va somministrato nei pazienti che assumono farmaci risparmiatori di potassio o affetti da insufficienza renale cronica.