Gli antiossidanti stanno conquistando un notevole successo nel trattamento delle prostatiti croniche . Il principio è quello di considerare l'infiammazione cronica come una potente sorgente di radicali liberi che producono invecchiamento del tessuto prostatico.
E' per questo che nelle terapie delle prostatiti sono entrati a far parte, come coadiuvanti delle terapie, gli antiossidanti. Picnogen , di recente registrazione è uno dei piu' completi , facente parti della linea Ellimann srl per le prostatiti.
Radicali liberi e prostatite
I radicali liberi sono molecole o frammenti di molecole che sottraggono ossigeno stabilmente dai tessuti, legandosi ad esso e rendendolo inutilizzabile da parte delle cellule.
L'ossigeno è un potente agente battericida.
Determinano cioè una perossidazione degli acidi grassi poliinsaturi che costituiscono le membrane cellulari, nè determinano una ridotta fluidità di membrana e ne compromettono l’attività cellulare.
Volendo in senso figurato rappresentare la loro azione, i radicali liberi, sono soldati nemici che attaccano le mura difensive di una città (la membrana cellulare) . Piano piano questi soldati tolgono mattoni a queste mura si da disgregare con il tempo la struttura portante. Le mura che proteggono la città crollano e la città senza difese viene distrutta.
La cellula pertanto senza difese e senza possibilità di scambiare sostanze con l’esterno compromette la sua attività sviluppando a seconda dell’organo interessato l'invecchiamento cellulare.
Come si formano i radicali liberi ?
IN CONDIZIONI NORMALI DI SALUTE, un incremento di radicali liberi si ha per esempio facendo sport o facendo sforzi muscolari. Infatti se una persona non è sotto sforzo consuma meno ossigeno e quindi effettua una produzione “normale” di radicali liberi. Se la stessa persona corre, fa sport, consumando più ossigeno produce più radicali liberi.
Questi valori elevati si riscontrano anche in chi è sottoposto a stress psico-fisico, in chi è esposto a inquinamento ambientale, al fumo di tabacco, alle radiazioni solari, in chi non segue un bilanciato regime alimentare, in chi abusa dell’alcol.
CONDIZIONI PATOLOGICHE:
Meccanismi biologici dell'infiammazione
L'infiammazione è un processo reattivo verso agenti patogeni di qualsiasi natura attraverso cui l'organismo si difende, innescando i processi del sistema immunitario (3). L'ultimo obiettivo del processo infiammatorio è di liberare l'organismo da ogni entità che generi danno cellulare (ad esempio i microorganismi, le tossine, ecc.) o dagli effetti del danno stesso (ad esempio le cellule morte ed i tessuti necrotici).
" L'infiammazione distrugge, diluisce o contiene l'agente nocivo ed allo stesso tempo innesca una serie di eventi che riparano e ricostituiscono il tessuto danneggiato. "
Una funzione critica dell'infiammazione è il reclutamento, nel sito danneggiato, delle cellule del sistema immunitario, i leucociti. Questo fenomeno, chiamato chemiotassi, si verifica tramite l'incremento locale del flusso ematico e attraverso mutamenti strutturali dei microvasi. I leucociti ingeriscono gli agenti tossici, uccidono i microorganismi, degradano il tessuto necrotico e gli antigeni estranei. Liberando enzimi, mediatori chimici e radicali dell'ossigeno o dell'azoto, i leucociti sostengono l'infiammazione e, oltre a ricoprire un ruolo effettore protettivo possono, in alcuni casi, indurre danni nei tessuti circostanti. Infatti, nel caso in cui, a causa di un alterato meccanismo regolatorio, lo stato infiammatorio si prolunghi, l'infiammazione può diventare nociva e risultare implicata nella patogenesi di numerose malattie. Più in dettaglio, l'infiammazione può essere definita di tipo acuto o cronico. L'infiammazione acuta rappresenta la risposta immediata ad un agente dannoso, è di durata relativamente breve (va da minuti ad alcuni giorni) ed è principalmente caratterizzata dalla formazione dell'edema e dalla migrazione dei leucociti, in prevalenza granulociti neutrofili. L'infiammazione cronica, che è generalmente il risultato di stimoli persistenti, è di durata più lunga ed è caratterizzata, dal punto di vista istologico, dalla presenza di altri tipi di cellule leucocitarie (linfociti e macrofagi), dalla proliferazione dei vasi sanguigni e dalla fibrosi o dalla necrosi del tessuto. In alcuni casi l'infiammazione cronica può essere preceduta da una fase iniziale di infiammazione acuta, altre volte inizia in maniera asintomatica e con un'intensità ridotta. L'infiammazione cronica può verificarsi in seguito ad infezioni persistenti dovute a microorganismi che riescono a sfuggire al controllo del sistema immune, come ad esempio il Mycobacterium tuberculosis (agente eziologico della tubercolosi) o il Treponema pallidum (che causa la sifilide); in seguito all'esposizione prolungata ad agenti potenzialmente tossici di origine esogena o endogena, oppure a causa di fenomeni di autoimmunità. Le cellule coinvolte nell'infiammazione cronica vengono reclutate nel sito dell'infiammazione, si attivano e rilasciano innumerevoli fattori solubili che mediano il danno e la fibrosi del tessuto. Tali molecole svolgono un ruolo chiave nell'inizio e nell'esecuzione della risposta infiammatoria e tra le loro funzioni principali vi è l'induzione della dilatazione dei vasi, la chemiotassi, l'adesione e l'attivazione dei leucociti, la tossicità diretta nei confronti del microrganismo invasore, la proliferazione dei fibroblasti, la deposizione del collagene e l'angiogenesi.
Di grande rilevanza fra questi mediatori sono le citochine, molecole di natura proteica, che agiscono anche a bassissime concentrazioni, interagendo mediante legami ad alta affinità con recettori specifici espressi sulle cellule bersaglio. Le citochine mediano la comunicazione intercellulare intervenendo nell'indirizzo, nella regolazione e nella terminazione dei processi infiammatori. Esse costituiscono una trama complessa di relazioni e, dalla loro reciproca regolazione, dipende l'esito finale dei processi biologici che vengono regolati. Un aspetto importante è legato alle quantità di mediatori solubili che vengono prodotti in risposta ad uno stimolo. Ad esempio, il rilascio extracellulare di bassi livelli di una citochina proinfiammatoria, può aumentare l'espressione di altre citochine e delle molecole di adesione per i leucociti, tutti fattori che amplificano la cascata infiammatoria; al contrario, livelli elevati di essa, possono danneggiare cellule o tessuti.
Per finire, poiché le citochine rappresentano degli strumenti estremamente efficaci nelle risposte immunitarie, che possono rivelarsi anche armi pericolose, esiste in natura un complesso sistema atto a regolarne finemente l'attività. Le citochine ad esempio, possono essere prodotte in una forma immatura che viene attivata tramite il taglio operato da specifici enzimi rilasciati solo in determinate condizioni; possono esistere dei recettori solubili, oppure delle proteine dalla funzione analoga, che legandosi alla citochina bersaglio, ne neutralizzano l'azione impedendo che si leghi ai recettori di membrana; inoltre possono esistere delle molecole con la funzione di antagonisti recettoriali che, legandosi al recettore specifico, impediscono il legame della citochina e l'innesco degli eventi biologici che essa influenza. Queste e molte altre forme di controllo dell'attività di una citochina rappresentano un sistema di sicurezza attraverso il quale l'organismo si tutela dalla possibile azione nociva di queste molecole.
Quasi tutte le patologie hanno valori al di sopra della norma di radicali liberi, come per esempio le patologie allergiche, quelle flogistiche croniche come ad esempio l’artrite reumatoide, la prostatite batterica cronica; poi l’Alzheimer,la sclerosi laterale amiotrofica SLA, la stenosi della carotide, l’ipertensione, il diabete e molte altre.. In queste patologie, la terapia utile alla specifica patologia non mette alla normalità i radicali liberi, è per questo importante fare una terapia adatta ai radicali liberi con terapia antiossidante.
Come si difende l'organismo dai radicali liberi ?
L’organismo sano ha la capacità di difendersi dai radicali liberi emessi durante un processo infiammatorio e non , attraverso dei meccanismi che chiameremo propri dell’organismo umano (endogeni) o esterni all’organismo (esogeni).
Quelli esogeni, propri dell'organismo sono sistemi enziamatici detti:
Nome commerciale:
Picnogen
Azienda distributrice : Ellimann srl
Principio attivo:
Pinus pinaster, propoli, mangostano, resvetrarolo, alka klamat (ficocianine) , dimetossi aporfina,
Categoria:
Antinfiammatorio, alfa litico , antiossidante
Effetti collaterali:
Non riportati
Costo:
Euro 33,00 in farmacia
Euro 28,00 solo on - line
Disponibilità:
Solo in farmacia e solo su siti autorizzati